Wednesday 24 March 2010

Ceppaiano:presupposti etici e filosofici del progetto







I PRESUPPOSTI ETICI E FILOSOFICI DEL NOSTRO PROGETTO :


RILASSATEVI
Rallentare, Distendersi,Ragionare con Serenità.
“La creatività deve trasformarsi in salute e il cibo naturale sarà l’oro del futuro"
“ NULLA è PERDUTO. Ora inizia un nuovo percorso, fatto di maggiore attenzione alle cose, un periodo in cui la parola d’ordine sarà AUTENTICITA’ “
“Abbiamo danzato per troppo tempo intorno al vitello d’oro”
Da “ THE GOLDEN CALF” di Daven Hirst


"Grazie alla creatività in questo momento bisogna riuscire a pensare in maniera diversa dal solito. Occorre rallentare. Diminuire la velocità. La creatività deve trasformarsi in salute. La società deve utilizzare la creatività per produrre relax.
Rilassarsi, anche se sembra paradossale,porterà a ragionare con più calma, con più ATTENZIONE, con più serenità, e aiuterà a capire come uscire anche da una situazione apparentemente drammatica “

NON FARE CERTE VOLTE E’ PIU’ IMPORTANTE CHE FARE
Lao Tse


- YOU ARE WHAT YOU EAT -
"Man mano che passa il tempo, mi convinco sempre di più che saranno gli agricoltori gli attori più importanti del prossimo scenario mondiale.saranno loro a decidere che cosa mangiare e che cosa invece no,avranno nelle loro mani la nostra salute, che è (e sarà ) la cosa più importante del prossimo futuro.Loro saranno quelli a cui affideremo la nostra alimentazione, il nostro relax,la cura del nostro corpo…il cibo è comfort,amicizia,creatività,felicità. Il cibo è molto importante. E’ la nostra benzina. E noi abbiamo bisogno di una benzina pulita, sana. Vogliamo sapere da dove arriva il carburante del quale nutriamo noi stessi e i nostri figli “
Dalle pre-visioni di Li edelkoort Ventiquattro n.5 24 Apr 2009


“IL LAVORO E’ AMORE RESO VISIBILE…..
POICHE’ SE CUOCETE IL PANE CON INDIFFERENZA,
CUOCERETE UN PANE AMARO CHE NUTRE L’UOMO SOLO A META’ "
Kahlil Gibran


Il vino prende parte all’evoluzione dell’ARTE, lasciandole un segno indelebile,
dal bisogno dell’uomo di esprimersi,di frequentare il suo simile, di scambiare pareri e di comprendere la vita stessa, è nato il Dialogo.
La nascita dell’antica tragedia e commedia greca ha origini dionisiache.
Con l’aiuto di Dioniso, Dio del vino e della vite, gli antichi Greci cercavano in continuazione delle risposte, cercavano di scoprire che cosa c’è dietro a tutto ciò che è intorno a noi e , attraverso il Dialogo, si approfondiva l’ideale ed il vero senso della vita.
Come viticoltore del “ Vecchio Mondo” mi sento parte di questa tradizione che, nata migliaia di anni fa, ha attraversato le epoche storiche consegnandoci una profonda eredità culturale.
Vorrei che il nostro lavoro in vigna ed in cantina producesse non solo dell’ottimo vino ma anche uno strumento capace di continuare il Dialogo intorno al senso del nostro passato in relazione ad un futuro ricco di sfide.
Riaprire il mondo del vino, che rischia sempre di più di chiudersi nella produzione di massa o nel culto edonistico delle etichette,all’universo ben più vasto dell’Arte e del dialogo culturale, è alla base dello spirito irrequieto di questa ricerca , da cui nasce il progetto di Ceppaiano.

“LA COSA CHE PIU’ IMPORTA ALL’UOMO MODERNO NON E’ PIU’ IL PIACERE O IL DISPIACERE MA L’ESSERE ECCITATO“. Nietzsche

Contemplando i miti e le immagini legate alla coltivazione della vite ho sempre sentito accrescere enormemente il significato del mio lavoro.
La vite ed il vino furono una questione importante per gli antichi, al punto da richiedere un culto e rituali solenni.
Il “Simposiarca”, uomo di conoscenza,dirigeva i simposi in modo da effondere una atmosfera di socialità e spiritualità.
Non era solo il piacere della bevanda o del pasto il fattore determinante per parteciparvi, ma anche , e in maggior misura, la sete spirituale e le discussioni di filosofia, della vita stessa, dell’Amore……così i simposi divennero pian piano una fucina di nuovi modi di espressione,una scuola per la formazione di UOMINI LIBERI.

I vini di Ceppaiano nascono, oltre che da uve coltivate secondo criteri di massima qualità, anche da questo spirito che vuole restituire al vino il suo compito più alto, quello che ne fa, secondo Plutarco,

“una bevanda che libera l’animo dell’uomo dalla paura, dalla menzogna, dal servilismo “

Per fare questo abbiamo istituito un Dialogo tra vino e ARTE,in particolare l’arte moderna e contemporanea,quella che secondo noi è capace di creare un ponte simbolico verso un possibile mondo futuro, quella che fa sentire l’uomo più libero…


IL TERZO STATO, Abate Sieyè 1789
“- COS’E’ IL TERZO STATO ?
- TUTTO.
- CHE RUOLO HA GIOCATO FINO AD OGGI ?
- NESSUNO
- COSA ASPIRA A DIVENTARE ?
- QUALCOSA .”


….Oggi il grande nemico è l’ignoranza,perché nessuno ormai conosce i nomi delle piante o quelli delle specie animali. E questo significa che si trovano in grave pericolo,perché ciò che non ha un nome muore.” Gilles Clement sulla Diversità Biologica

Vivere in un mondo impetuoso di informazioni multiformi, un mondo in cui i significati e i valori cambiano di continuo, contribuisce fortemente a creare grandi ostacoli alla naturale percezione originaria.Il tentativo di ripulire e rilassare la nostra mente per ritrovare questa capacità percettiva diventa sempre più importante per ritornare a cogliere, attraverso l’istinto umano,almeno un frammento di quella irraggiungibile perfezione platonica e forse anche per risolvere in maniera intelligente i piccoli problemi del vivere quotidiano .
La visione del mondo di noi occidentali “moderni” si è rivelata parziale, il modello di crescita che ci è stato proposto e che abbiamo collaborato a creare non ha più successo,è in crisi , non riesce a raggiungere né gli obbiettivi che si era prefissato né a rimanere il riferimento universale.

Per esempio, cambiando prospettiva : l’ideogramma cinese che indica la parola crisi è composto dal carattere WEI,che significa pericolo,e dal carattere JI che significa opportunità .
L’analisi del pittogramma rivela un concetto più profondo.Diversamente e in opposizione a noi , la Cina classica non ha mai creato dei modelli astratti della realtà né possedeva termini per esprimere il concetto di obbiettivo.
Dai Greci in poi, l’occidente procede per modelli,schemata : noi identifichiamo un ideale a cui tendere(il Profitto, lo Stato, il Matrimonio,la Libertà,l’Orgasmo) e si misura la distanza tra quel modello e la propria realtà in gradi di frustrazione,quanto siamo lontani dall’obbiettivo, o realizzazione, quanto siamo vicini al suo raggiungimento.
Noi occidentali non partiamo mai dalla realtà ma sempre dalla teoria, il futuro, ignoto per definizione;Invece, il modo di pensare degli orientali non si basa su modelli ideali ma solo su situazioni date,il qui e ora, casi concreti affrontati nell’ottica della massimizzazione.
Per i cinesi per esempio tutto ruota attorno all’interesse o al vantaggio dato da una determinata situazione: “come rendere quel matrimonio più felice”…”come rendere la mia casa più bella”…..”come il mio corpo più sano”
Un buon esempio è la diversa concezione della medicina: mentre quella occidentale lavora sulla malattia,il sintomo, la medicina orientale si concentra sulla salute,la prevenzione. La medicina orientale vede le casistiche generali alla luce dei casi individuali,non cerca ,come quella occidentale di imporre rimedi uguali per tutti.
Guardiamo ad un altro esempio :come si muore nella nostra cultura occidentale moderna ?
E’ un fatto, la morte esiste solo da noi, società legata ad una economia generale di profitto che non conosce più lo “scambio simbolico”;una società in cui bisogni e desideri vengono mortificati dalla produzione seriale che si appropria indebitamente del motore centrale umano: “il principio solare del consumo”,il piacere dal consumo, i rituali di distruzione, quei momenti che rendono le persone liberate e libere di spendere gli eccessi della loro energia.
Nella nostra vita tutto si immola sull’altare degli imperativi categorici del capitalismo occidentale: fatica,profitto,risparmio,futuro….categorie innaturali che mortificano la natura umana per costruire, una “società di servi”.
Abbiamo relegato la maggior parte dell’attività cerebrale nella zona esterna,corticale, del nostro cervello per questo siamo diventati esseri esteriori che temono più di ogni altra cosa la morte. Occorre piuttosto combattere signorilmente per la propria morte come per gli altri valori della vita vera che si creano solo attraverso un eccesso, un gesto di apparente follia,una sovrabbondanza di energie creative,gioiose,erotiche…il vero surplus.
Ormai incapaci di donare ,e donarsi ,siamo infelici e quindi condannati a morire ogni giorno mentre nell’altrove della vera cultura prevale il dono,” il metabolismo dello scambio,della prodigalità, della festa e della distruzione che risulta un non-valore di ciò che la produzione ha eretto”
Che fare?
Come evitare il pericolo dell’ideologia ?
Come andare incontro alla certezza dell’infelicità guardando ad essa come ad una nuova opportunità di risveglio ?
La nostra proposta è di iniziare a fare di necessità virtù e non della virtù una necessità.
Non cercare più dei modelli di riferimento. E’ lo stesso concetto di modello che è in crisi, il raggiungimento del quale è un inutile dispendio di energie destinate al fallimento.
Cambiare prospettiva, come dice Lao Tzu “aiutare ciò che procede da solo”
In questa prospettiva il campione non è più l’eroe o il guerriero (quanto sono tristi i recenti tentativi fatti dal cinema holliwoodiano di riproporre l’ennesimo modello di eroe-guerriero (Avatar) rivisto e corretto in chiave spiritual-ecologica)ma il contadino. Imparando da lui non affermo più la mia volontà soggettiva, ma analizzo tutte le circostanze oggettive che possono impedire la maturazione di ciò che ho seminato…e così apprendo dalla natura stessa quanto la mia visione del mondo sia parziale.
Scopro ,per difetto, quanto la mia percezione della realtà è limitata,inizio ad utilizzare una diversa forma di intuizione per comprendere la complessità del mondo in cui mi muovo,torno ad utilizzare il cuore come sede dell’intelligenza e della volontà così come dei sentimenti irrazionali e ,soprattutto, imparo ad aspettare con calma.
L’attesa e l’attenzione come nuova dimensione della conoscenza .
Redatto con l’aiuto di Walter Mariotti,George Bataille,Lao Tzu,Baudrillard,Mauss,Sun Tzu


“lei ha una gran voglia di abbandonare quest’epoca,questo mondo,questa realtà e di rifugiarsi in un’altra realtà più consona a lei,in un mondo senza tempo…….Soltanto dentro di Lei vive l’altra realtà, che lei va cercando……Io non posso darle nulla che non esiste già dentro di lei,non posso aprirle altre visioni che quelle del suo spirito.”
Hermann Hesse,”il lupo della steppa”

“Per secoli abbiamo guardato le cellule senza mai riuscire a vederci niente dentro, finchè Camillo Golgi scoprì che con il cromato d’argento si colorano di nero e mettono in risalto la loro forma e struttura.Così fu in grado di descriverne l’apparato interno che oggi porta il suo nome.Se non sappiamo come guardare,il mondo si apre davanti a noi e non ne approfittiamo.Ci passiamo attraverso come stupidi. “La qualità della vita?........La capacità di cogliere la bellezza delle cose !
Da “La vita delle cose “ di Remo Bodei



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